Assegno di inclusione: oltre la metà tra Sicilia e Campania, lo confermano i dati INPS

Redazione Campania

Oltre la metà dei percettori dell’Assegno di inclusione è distribuita tra Sicilia e Campania. Dati alla mano, si tratta di 154.666 percettori, pari al 53,76% sul totale, come riporta il Sole 24 Ore.

Assegno di inclusione oltre la meta tra Sicilia e Campania lo confermano i dati INPS
Foto@Pexels.com

Nel complesso:

  • per la Campania sono state erogate 83.355 carte Adi;
  • in Sicilia 71.311.

Dalla tabella rilasciata da INPS compilata con i dati in questione, si nota infatti come sia stata al Sud la più alta concentrazione di pagamenti: nel complesso, tra Sud e Isole sono stati inoltre erogati 224.461 assegni, il 78,02% del totale. Per non contare i bonus statali a sostegno delle situazioni più precarie. 

Tale percentuale è persino superiore a quella del Reddito di cittadinanza. Ma nonostante questi dati, il Governo ha in animo di allargare le maglie dei parametri d’accesso. Il motivo? Le erogazioni attese erano oltre 700mila, e nel totale, a gennaio, sono stati erogati appena 480mila assegni di inclusione.

I motivi? Sono vari e molteplici. Analizziamoli.

Assegno di inclusione, “l’erede” del vecchio RdC: è flop?

L’assegno di inclusione ha sostituito il Reddito di cittadinanza per volere del governo Meloni, e come già più volte preannunciato nel corso dei mesi del 2023, avrebbe avuto parametri d’accesso più stringenti, proprio per mettere fine all’infinita sequela di “furbetti” ed approfittatori del Reddito.

In effetti così è stato e i parametri d’accesso all’assegno di inclusione sono stati ridotti al lumicino. Ma come descrive Bonus Pagamenti.it nel suo reportage, la nuova misura, a causa di tali meccanismi, si sarebbe rivelata un “flop”. Troppe poche erogazioni rispetto a quanto si era preventivato.

Si tratterebbe di uno scarto di quasi 260mila potenziali beneficiari in meno rispetto a quanto ci si aspettava.  Ma perché questo è successo?

Le ipotesi sul tavolo sono le più disparate.

Assegno di inclusione flop: i motivi

Tra le motivazioni più “gettonate” circa la mancata partenza della nuova misura, due sono le principali:

  • le istruzioni per l’ADI non sono mai state (fin dall’inizio) chiare e semplici da interpretare. In molti, dunque, potrebbero aver sbagliato la domanda, e di conseguenza è stata rigettata;
  • vi è comunque la possibilità che l’aver ristretto eccessivamente i parametri d’accesso abbia di fatto tagliato fuori tante persone meritevoli di tutela e di percepire il sussidio.

Per questi motivi, nei prossimi giorni, dovrebbe tenersi una riunione a Palazzo Chigi, che avrà come argomento principale la possibilità di “addolcire” requisiti d’accesso forse oltremodo rigidi. 

Voci di corridoio, sostengono che tra gli argomenti cardine vi sarà:

  • la possibilità di un trattamento meno rigido nei confronti dei soggetti maggiorenni in età da lavoro facenti parte del nucleo percettore di ADI, che quindi andrebbero a essere anch’essi calcolati nelle scale di inclusione, con il ricorrere di determinate circostanze
  • un coefficiente “maggiorato” per i soggetti facenti parte delle scale di equivalenza, specialmente quando si tratti di famiglie numerose.

A vigilare sulla problematica e a presiedere la seduta a Palazzo Chigi, vi sarà il Comitato scientifico per la valutazione delle misure di contrasto alla povertà.

Next Post

Contratto di Collaborazione Coordinata e Continuativa (Co.Co.Co.): Guida Completa

Cos’è un contratto Co.Co.Co.? Un contratto di collaborazione coordinata e continuativa (Co.Co.Co.) è un tipo di contratto di lavoro parasubordinato che si colloca a metà strada tra il lavoro autonomo e il lavoro dipendente. In questo tipo di rapporto, il collaboratore si impegna a svolgere una prestazione lavorativa prevalentemente personale […]
Contratto di Collaborazione Coordinata e Continuativa

Possono interessarti