Quali sono le principali attività economiche della Campania? Ecco uno sguardo d’insieme.
Se pensiamo alla Campania, l’immaginario ci porta alle isole di sogno, alle coste meravigliose, al Vesuvio, a Pompei, alle colline del Sannio e alle montagne dell’alta Irpinia. Non solo: pensiamo alle innumerevoli bellezze artistiche che costellano zone come Napoli e Salerno, e ancora Caserta con la sua Reggia meravigliosa.
Una Regione che è un vero fermento di attività che vanno dal commercio a quelle turistiche, a quelle di tipo alimentare, alla produzione agricola. La terra di vacanza, con la Costiera Amalfitana di inimitabile splendore, e ancora la terra della musica e del bel canto. Un territorio, quello campano, vivace e fattivo. Il contrario di quello descritto da stereotipi iniqui che legano la filosofia esistenziale napoletana al vivere tranquillamente e senza troppi patemi d’animo, alla superficialità e uno scarso senso civico con conseguenti comportamenti a dir poco criticabili.
La Campania è tutt’altro che questo. La Campania è terra di promesse e di arte, di cultura nel senso più pieno del termine, con i suoi agganci all’antica Magna Grecia e col suo infinito portato di bellezza e di arte nel senso più proprio e aperto del termine. Terra di bellezza, indubbiamente. E per quanto riguarda l’economia? Quali sono le attività economiche della Campania?
Attività economiche della Campania: quale classifica?
La Campania è al settimo posto fra le Regioni italiane col Prodotto Interno Lordo (PIL) più elevato. Nel 2015 era di circa 100 miliardi di euro, un dato decisamente rilevante, segno che, nonostante tutto, la Campania è una Regione economicamente attiva.
In relazione al Mezzogiorno si tratta del Pil più elevato in assoluto. Tuttavia, in termini di reddito pro capite, in Campania si parla del 66,2% della media nazionale. All’interno della realtà regionale, la Provincia di Avellino risulta essere, in base a un rapporto del 2007, la più ricca della Regione e la ottantesima in Italia. Il Pil per abitante qui è di circa 19.000 euro.
La Provincia più povera è quella di Caserta, con poco più di 11.000 euro pro capite. Nel 2016 la Campania si è comunque confermata la Regione più in crescita con un tasso del +2,4%. Sostanzialmente questa Regione ha grandi potenzialità economiche. Purtroppo queste, come noto, sono minate dall’alto tasso di criminalità esistente e dai relativi tassi di corruzione.
La Regione è parte dell’obiettivo convergenza economica attivato dall’Unione Europea, tendente a portare la Regione stesa nella media dei criteri economici comunitari. Fra le macro-attività economiche regionali, spiccano in particolar modo l’agricoltura, la silvicoltura, la pesca, poi l’industria in senso stretto, le costruzioni, il commercio, il turismo, le altre attività immobiliari e imprenditoriali.
Il turismo è un elemento trainante dell’economia, potendo contare su un’infinità di luoghi artistici e a spiccata valenza naturalistica. Ogni anno il turismo attira milioni di persone sia dall’Italia sia dall’estero. Altro settore particolarmente importante dell’economia campana è quello eno-gastronomico.
In queste terre vi sono le eccellenze delle eccellenze. Se ovunque in Italia si mangia bene e si beve bene, in Campania si mangia anche meglio e si beve meglio. Non a caso da queste parti è nata la celeberrima pizza napoletana, che si mangia praticamente in tutto il Pianeta. E qui abbiamo pure la celebre mozzarella di bufala campana.
Poi c’è, tanto per fare qualche altro esempio, il famoso olio extravergine di oliva dell’Irpinia, assolutamente eccezionale in termini di qualità. Per non parlare dei dolci come torroni, babà, chiacchiere, sfogliatelle, roccocò e moltissimi altri.
Quindi arriviamo a vini assolutamente fantastici, come il Greco di Tufo di Avellino, il Fiano di Avellino, l’Aglianico del Taburno della zona di Benevento, il Taurasi della Provincia di Avellino. E poi ancora il Cilento, il Costa d’Amalfi, il Castel San Lorenzo e tanti, tanti altri.
Insomma, una Regione attiva e con enormi potenzialità di crescita, soprattutto in campo economico.